Nel 2007 i predatori si sono trasformati in prede, mentre altri team cercavano di portare via l'America's Cup ad Alinghi. Tuttavia la competizione rinnovata ha regalato un'edizione ancora più memorabile di quella precedente.
Regate:
XXXII America's Cup
LA REGATA
L'obiettivo di Ernesto Bertarelli era quello di rendere l'America's Cup più interessante per gli sponsor, offrire un valore aggiunto ai team e organizzare uno spettacolo che potesse essere apprezzato non solo dagli appassionati della vela, ma anche da un nuovo pubblico. In questa ottica ha separato il team della gestione dell'evento, consentendo ad Alinghi di concentrarsi esclusivamente sulla progettazione, sulla costruzione e sulla conduzione delle barche più veloci possibili.
Ciò che avrebbe potuto sembrare uno svantaggio per Alinghi si è rivelato un beneficio enorme per la regata: l'assenza di coste in Svizzera. Non avendo alcun obbligo di organizzare l'evento nelle acque davanti allo yacht club di casa o nel proprio paese, Alinghi è stato libero di scegliere un campo di regata che servisse al meglio gli interessi della competizione. Dopo un processo di gara, la scelta è ricaduta su Valencia, in Spagna, per le condizioni del vento e l'infrastruttura. Sono iniziati subito i lavori per trasformare il porto in una sede di classe mondiale con 12 basi per i team, l'iconico padiglione Veles e Vents progettato dall'architetto britannico David Chipperfield e un parco ricco di attrazioni per i visitatori.
Tradizionalmente i team non si erano confrontati spesso nei lunghi periodi tra le edizioni e uno dei primi cambiamenti è stato appunto l'introduzione di regate preliminari ufficiali. Si sono svolti eventi a Marsiglia, Valencia, Malmö e Trapani, in cui i team hanno partecipato a 13 Act in un crescendo verso la Louis Vuitton Cup (Challenger Selection Series) e la stessa Coppa America nel 2007. Con 5,6 milioni di visitatori, gli Act sono stati accolti con grande entusiasmo dai fan e dai team. Anche la regola di progettazione della classe 24 m è diventata più severa per garantire regate più avvincenti e maggiore adrenalina per i team e gli spettatori.
Ad aprile 2007, gli sfidanti si sono presentati alla linea di partenza della Louis Vuitton Cup, lasciando il detentore del titolo da solo e potenzialmente vulnerabile. Nel 2003 la Challenger Selection Series era stata l'arma principale di Alinghi contro Team New Zealand e, ora che si trovava dall'altra parte, Alinghi doveva mantenere il suo vantaggio competitivo. La soluzione è stata una regata interna, nelle condizioni più vicine possibili a quelle reali. In questa prospettiva, la politica del team era sempre stata quella di sviluppare due team velici completi e due barche competitive alla ricerca costante delle massime prestazioni. Il team si è trasferito a Dubai per i mesi invernali per sfruttare le condizioni del vento prima di tornare nelle acque di fronte a Valencia nella primavera del 2007. SUI 91 e SUI 100 veleggiavano quotidianamente al largo di Valencia, mentre i due team Alinghi si sfidavano non lontano da dove gli sfidanti regatavano testa a testa nella Louis Vuitton Cup.
La Louis Vuitton Cup è stata più combattuta che mai, con nuovi team come gli spagnoli "Desafío Español" in gran forma. Alla fine ha avuto la meglio Emirates Team New Zealand. Il 23 giugno 2007 Team New Zealand e Alinghi si preparavano a tagliare la linea di partenza della XXXII America's Cup.
Questa volta la regata non sarebbe stata una sconfitta totale come nel 2003. I neozelandesi avevano imparato dagli errori passati. L'equipaggio lavorava all'unisono e la loro barca, NZL 92, era veloce. In una serie al meglio di nove, la regata si è dimostrata avvincente sin dall'inizio con pre-partenze adrenaliniche, avvicendamenti di posizione e arrivi ravvicinati. Era chiaro che le prestazioni di entrambe le imbarcazioni, SUI 100 e NZL 92, erano simili e i team hanno dovuto utilizzare tutto quello che avevano a loro disposizione per ottenere un vantaggio. Le tattiche erano fondamentali, un meteo corretto era indispensabile e il minimo errore nel lavoro dell'equipaggio o un piccolo guasto avrebbero fatto la differenza tra la vittoria e la sconfitta.
Dopo tre gare, Alinghi si è trovato in una situazione che non aveva mai dovuto affrontare prima: Team New Zealand conduceva per 2 a 1. Questo momento si è rivelato fondamentale e l'equipaggio ha dimostrato la propria forza e ha permesso ad Alinghi di pareggiare, vincendo il quarto match. Quindi Alinghi si è aggiudicato la quinta e la sesta gara. Mancava un punto per vincere. Il match finale della XXXII Coppa America passerà senza dubbio alla storia come quello più combattuto. Con i neozelandesi costretti a scontare una penalità poco prima del traguardo, Alinghi ha vinto il match conquistando così l'America's Cup con un solo secondo di vantaggio.